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Core Web Vitals, ecco cosa cambia per la SEO

Novembre 30, 2020
Pubblicato da: 
Head of SEO

I nuovi segnali di ranking di Google

A maggio 2020, Google ha annunciato sul suo blog l’introduzione di nuovi segnali di ranking, ovvero i fattori che definiscono il posizionamento di una pagina web sul motore di ricerca, nell’ambito della user experience.  Da tempo l’azienda di Mountain View sta premiando siti in grado di assicurare un'esperienza di qualità all'utente: portali veloci, sicuri e capaci di adattarsi ai dispositivi mobile.

Proseguendo nel solco di questa filosofia, Google ha dichiarato che saranno tre i nuovi principali Core Web Vitals:

  • LCP (Largest Contentful Paint).
  • FID (First Input Delay).
  • CLS (Cumulative Layout Shift).

I Core Web Vitals saranno operativi entro maggio 2021, ma già ora è possibile testare i nuovi parametri, intervenendo sulle caratteristiche del proprio sito, così da non arrivare impreparati l’anno prossimo.

Sono circa 200, ad oggi, i segnali di ranking presi in considerazione dall’algoritmo di Google per costruire le pagine dei risultati, le SERP. Ottimizzare il proprio sito in modo da soddisfare questi fattori assicura un buon posizionamento della propria attività all’interno dei motori di ricerca  e, quindi, maggiore visibilità.

Come confermato dal CEO di Google, Sundar Pichai, sono lontani i tempi in cui per “scalare” le SERP bastava riempire le pagine di parole chiave, strategia per altro oggi fortemente penalizzata. Il motore di ricerca di Google promuove attualmente, oltre alla rilevanza, alla freschezza e alla popolarità dei contenuti, anche le modalità con cui gli utenti navigano sul sito. Sono, in ultima analisi, sempre più importanti i criteri di usabilità e di qualità delle informazioni.

I Core Web Vitals nel dettaglio

schema core web vitals

Fonte immagine: Manthea

In che cosa consistono questi segnali, più nel dettaglio? Vediamoli insieme uno per uno.

LCP (Largest Contentful Paint)

L’LCP misura il tempo che si impiega per caricare l’elemento più “pesante” all’interno della viewport, ovvero l’area di visualizzazione della pagina. Come è facile intuire, a nessuno piace aspettare quando, ad esempio, si cercano informazioni su un prodotto, o si vuole procedere con un acquisto online.

Attendere per oltre quattro secondi significa rischiare concretamente che l’utente abbandoni il portale e che si rivolga ad un sito concorrente. Il valore ottimale di questo parametro deve essere sotto i 2 secondi e mezzo. Più veloce carica il sito e maggiore sarà la soddisfazione delle persone.

FID (First Input Delay)

Il FID definisce il tempo di risposta del browser alla prima interazione dell’utente con la pagina. Tra le azioni che possono essere prese in considerazione, c’è, ad esempio, il click ad un link, oppure su un pulsante. Ma perché si misura l’input iniziale? Perché è fondamentale fornire all’utente una pagina reattiva, pronta a ricevere i suoi input.

Il tempo di risposta ottimale non deve superare i 100 millisecondi. Valori più elevati generano un senso di irritazione e accrescono le possibilità di errore: non ricevendo un feedback visivo immediato, l’utente è portato a cliccare più volte sullo stesso tasto. Questo può risultare particolarmente spiacevole, per esempio nel caso si stia dando conferma ad un acquisto in una piattaforma di e-commerce.

CLS (Cumulative Layout Shift)

Il CLS valuta i cambiamenti di layout che ci distraggono mentre stiamo interagendo con una pagina. Capita talvolta che, mentre leggiamo un articolo, compaiano banner e immagini all’improvviso, spostando il testo verso il basso e facendoci così perdere il filo del discorso.

Anche in questo caso, oltre a generare frustrazione, il comportamento del sito può provocare errori. Ad esempio, mentre l’utente sta per cliccare su un bottone, il layout cambia e la persona finisce per premere, non volendo, il pulsante vicino. Un sito che performa bene ottiene un CLS inferiore allo 0,1, se il valore è superiore a 0,25 la navigazione risulta invece insoddisfacente.

Gli altri parametri legati all’esperienza sulla pagina

I tre parametri Core Web Vitals che abbiamo appena analizzato vanno ad aggiungersi agli altri segnali legati all’esperienza sulla pagina già introdotti in precedenza da Google. Vale la pena ricordarli, per sottolineare l’importanza di una buona usabilità per quanto riguarda il ranking del proprio sito.

  • Mobile friendly

Significa che il portale deve essere pensato anche (e, si potrebbe ormai dire, soprattutto) per l’accesso e la navigazione da tablet e smartphone. Dunque deve caricarsi in tempi rapidi anche quando non si è connessi ad una linea fissa. Il layout deve essere ottimizzato per schermi piccoli, come quelli dei device che ormai utilizziamo ogni giorno.

  • Safe browsing

Vuol dire che il sito può essere esplorato senza timore di incappare in qualche malware. A questo scopo è necessario adottare una Content Security Policy, ovvero uno standard di sicurezza, utile a prevenire vulnerabilità e frodi informatiche, quali, ad esempio, il cross-site scripting e il clickjacking.

  • HTTPS

Si tratta di un protocollo per la comunicazione sicura su Internet, che si serve di un linguaggio criptato. L’utilizzo dell’HTTPS serve a proteggere i dati, la privacy e a garantire che il sito sia autenticato.

  • Intrusive Interstitial

Google promuove siti che non sono appesantiti dagli Interstitial, cioè gli annunci e i messaggi pubblicitari che spesso appaiono sulle pagine del web.

Gli strumenti per misurare i Core Web Vitals

Google ha messo a disposizione numerose strategie per monitorare i nuovi Core Web Vitals. Ad esempio, ha aggiornato strumenti come Lighthouse e PageSpeed Insights, mentre Google Search Console offre un riepilogo dedicato per aiutare i proprietari del sito a identificare nuove opportunità per migliorare le prestazioni del portale.

PageSpeed Insights, per esempio, è un’ottima piattaforma per analizzare da subito le performance delle pagine in base ai nuovi Web Core Vitals, sia da mobile, sia da desktop. Sono presenti i parametri essenziali, come LCP, FID e CLS, oltre a FCP (First Contentful Paint). Inoltre, questo strumento offre anche dei suggerimenti per ottimizzare il proprio sito, come ad esempio usare immagini adeguate e codificate in maniera più efficiente, oppure rimuovere gli script Css e Javascript inutilizzati.

Il vostro sito offre già una ottima esperienza agli utenti?

Abbiamo visto come i Core Web Vitals diventeranno a breve dei parametri essenziali per migliorare le proprie strategie online. Il posizionamento e la visibilità del sito nelle pagine SERP dei motori di ricerca si baseranno sempre più per la velocità di caricamento e un alto livello di usabilità. Ma al di là dei risultati per quanto riguarda il ranking, soddisfare questi fattori significa, prima di tutto, offrire ai propri utenti un’esperienza di qualità, che li inviterà a ritornare sul sito e a promuoverlo sulle altre piattaforme.

Per sfruttare al meglio le informazioni raccolte e gli strumenti a propria disposizione, oltre che per intraprendere azioni mirate al miglioramento delle performance della propria attività online, è essenziale affidarsi agli esperti del settore.

Siamo pronti per integrare i nuovi Core Web Vitals nelle analisi SEO. E tu?

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Giacomo Callegari
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